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IN VIAGGIO CON PAPÀ Film con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggioFilm con lo stesso punteggio
  Stampa questa scheda Data della recensione: 13 gennaio 1983
 
di Alberto Sordi, con Alberto Sordi e Carlo Verdone (Italia, 1982)
 
Rispetto agli sforzi precedenti del Sordi regista recensito poche settimane fa (Io so che tu sai che io so), questo rappresenta un progresso. Meno elaborato, con una trama più esile, più affidato ai monologhi di Verdone e di Sordi stesso, il film risulta meno impacciato e ampolloso. Che i due siano talvolta divertenti è cosa nota: nella sequenza di piccoli episodi, battutine sberleffi e ammiccamenti, è chiaro che qualche momento godibile sia presente. E riesca a condurci, senza troppa fatica, alla parola fine.

E anche chiaro che Sordi non sarà mai un regista, non dico all'altezza del grande attore che è stato, ma perlomeno discreto: le sue storie sono tremendamente schematiche e convenzionali, le sue soluzioni formali, addirittura amatoriali. E, attraverso questa sua grossolanità registica, affiorano certi lati meno simpatici dell'artista, primo fra tutti il moralismo pedante e un filo ipocrita.

Le obiezioni dei lettori le vedo a caratteri cubitali: com'è che il pubblico accorre, e la critica cosiddetta intellettuale disapprova? Non è molto complicato: ai nostri palati televisivi, assetati di evasione, basta quella battuta indovinata o quel movimento d'anca che ci faccia sorridere e dimenticare il tasso d'inflazione o lo sgarbo del vicino di casa. Che il tutto sia risaputo o peggio ancora un po' sconsolante, beh chi se ne frega, tanto siamo corazzati. Sconsolante? Quello che maggiormente colpisce, o al limite potrebbe costituire ragione d'interesse in questo film di Sordi ed in AMICI MIEI di Monicelli è lo spirito di base. Di cosa parlano, in definitiva, questi due film? In quello di Sordi di come un padre riesca finalmente a far fottere (è il termine più discreto ricavato dalla sceneggiatura di Viaggio con papà) un figlio discretamente imbranato. In quello di Monicelli di come si riesca a fare la stessa cosa in barba a tre poveracce (mogli, amanti, amichette a volontà) relegate ai fornelli.

L'emancipazione, la maturità, l'esorcizzo della morte, la libertà grazie alla scopata: l'Italia di Monicelli e Sordi, apparentemente, è presto riassunta.


   Il film in Internet (Google)

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